"CONSERVARE I DATI DELLE TELEFONATE. E' UN'INGERENZANELLA VITA PRIVATA"

La Corte di Giustizia Uedichiara invalida la direttiva di Bruxelles che obbliga gli operatori amantenere per due anni le tracce delle comunicazioni degli utenti

BRUXELLES - La Corte di giustizia europeaha bocciato la direttiva dell'Unione europea che obbliga i fornitori di servizia conservare alcuni dati sulle comunicazioni tra gli utenti. Un "no"deciso e motivato con la "grave ingerenza" nella vita privata. Ladirettiva di Bruxelles prevede che gli operatori di telefonia mobile debbanoconservare alcuni dati degli utenti, tra cui l'orario di una telefonata o ilnumero chiamato. Va detto che questa norma, ampiamente applicata in Italia, harappresentato un utile strumento per le forze di sicurezza per identificareresponsabili di reati. Tuttavia la Corte di Giustizia - si legge in una nota -ritiene che la direttiva, "imponendo la conservazione di tali dati econsentendovi l'accesso alle autorità nazionali competenti, ingerisca in modo particolarmente grave nei diritti fondamentali al rispetto della vita privata e alla protezionedei dati di carattere personale".

 

Ladirettiva non permette invece l'accesso e la conservazione di dati relativi aicontenuti delle comunicazioni, cosa è consentita solo in caso di mandatospecifico da parte delle autorità giudiziarie. I dati soggetti alla direttivadevono essere conservati per un periodo fino a 2 anni. Nonostante ladistinzione tra dati personali e non, riconosciuta dalla direttiva, la Corteritiene che le informazioni raccolte, se opportunamente incrociate, consentonofacilmente l'identificazione degli utenti, in violazione delle regole europeesulla privacy dei cittadini. La Corte condanna l'intero impianto delladirettiva sottolineando che non prevede differenziazioni o eccezioni nellaraccolta dei dati consentiti, né pone limiti contro eventuali abusi dei datistessi. E' condannato anche il fatto che i dati dei cittadini Ue possano finirein paesi terzi.

 

"LaCorte di Giustizia ha conferma che la sicurezza non è un 'super-diritto' cheprevale (sulla legislazione) della protezione dei dati", ha scritto suTwitter la vicedepresidente della Commissione e responsabile europea per laGiustizia, Viviane Reding, congratulandosi per la sentenza della Corte diGiustizia che ha invalidato la direttiva sulla conservazione dei dati.

 

Ladirettiva, da quando è stata emanata, ha subito pesanti attacchi da gruppi perle libertà civili, per la protezione dei dati e anche dai gruppi telefonici chedenunciavano costi troppo elevati per la conservazione dei dati. Nel 2011,l'attuale commissaria responsabile per gli affari interni, Cecilia Malmstroem,avviò una consultazione per la revisione della direttiva, che però è statasuccessivamente congelata.

 

(Ndr: Ripreso da Repubblica.it del 8 aprile 2014)