e-Amministrazione nella Grande Rete Tutti online per avere in un batter d'occhio documenti di nascita e di residenza. Comuni, province e regioni danno il via alla mega informatizzazione dei servizi di Entro due anni la nostra vita potrà registrare un salto di qualità: niente più code interminabili ai vari sportelli degli uffici pubblici, non più estenuanti ricerche dell'impiegato competente o dell'ennesimo certificato necessario per completare una pratica. Innovazione tecnologica, Reti informatiche, portali unificati delle norme e dei servizi per il cittadino e per le imprese, carta d'identità elettronica e firma digitale si abbatteranno come un uragano sul castello di lungaggini burocratiche costruito da una montagna di norme e regolamenti e tenuto in vita spesso da demotivati addetti ai lavori. Un uragano che potrà avere una forza pari a quelli che puntualmente sconvolgono il Centro America, ma che con definizione meno colorita e di derivazione rigorosamente inglese si chiama "e-government". Parola di Franco Bassanini, il ministro per la Funzione pubblica che da anni persegue il disegno di cambiare pelle alla Pubblica amministrazione e che, a cominciare dalla legge di riforma 59 del 1997, è già riuscito ad assestare colpi durissimi al mastodonte della burocrazia ampiamente interessato ad autoalimentarsi. Tutti i dati online "L'idea fondamentale è quella di avere un sistema di amministrazioni pubbliche in cui tutte le informazioni siano reperibili online", ha sottolineato Bassanini nella conferenza stampa tenuta insieme con Giuliano Amato dopo la riunione del Comitato dei ministri per, la Società dell'informazione in cui ha illustrato il programma di riforma. "Anche l'autocertificazione sarà quasi eliminata. Se tutto funziona come noi prevediamo, a partire dal 2002, il cittadino potrà rivolgersi tramite la rete - con computer e modem o con il televisore digitale con tastiera o tramite Umts - a qualunque amministrazione e verrà indirizzato verso quella che gli fornisce il servizio o che gli darà le informazioni di cui ha bisogno". Questo è l'obiettivo del piano d'azione "e-government" varato dal governo il 23 giugno scorso e che ha registrato un importante tassello applicativo con lo schema di testo unico sulla documentazione amministrativa approvato dal Consiglio dei ministri il 25 agosto. Obiettivo "decertificazione" Se, come previsto, entro la fine dell'anno questo schema di testo otterrà il parere favorevole delle competenti Commissioni parlamentari, del Consiglio di Stato e della Conferenza Stato-Autonomie locali, dal primo gennaio prossimo sarà molto accelerato il processo di "decertificazione" che ha già fatto scendere del 56% la richiesta di certificati negli ultimi 4 anni. Si arriverà a considerare reato la immotivata pretesa del pezzo di carta con cui il cittadino deve documentare la sua condizione anagrafica o familiare, di buona condotta o di residenza se questa certificazione è stata già fornita e non ci sono state variazioni. L'addetto allo sportello dovrà cercarla nei propri archivi elettronici o in quelli collegati senza imporre ulteriori aggravi di tempo e di costo per il richiedente. Un reato pesante visto che si tratta della omissione di atti di ufficio punibile con la reclusione da 6 mesi a 3 anni prevista dall'articolo 323 del Codice Penale nei confronti del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle sue funzioni, viola norme di legge o regolamenti arrecando ad altri un danno ingiusto. Oltre il 95% dei documenti dovrà essere sostituito da autocertificazioni in carta semplice non autenticate. Ma questo è solo un primo passo, sia pure di notevole portata, di un processo di riforma che deve cambiare modalità operative e mentalità in tutti gli uffici pubblici puntando sulle innovazioni tecnologiche. Trasparenza allo sportello Punto centrale del piano e-government è realizzare - con una megarete Extranet che connetterà tra loro tutte le Reti centrali, regionali e locali, di categoria e di settore amministrativo - uno sportello unificato che realizzi un rapporto diretto e trasparente tra i cittadini e i vari livelli di governo della cosa pubblica. "Non sarà più necessario per le persone, assicura Franco Bassanini, "sapere qual è l'amministrazione competente per il servizio richiesto. Chi si reca di persona potrà rivolgersi a qualsiasi front-office, all'ufficio della circoscrizione o del quartiere, all'ufficio comunale, anche se deve dialogare con l'amministrazione dello Stato. Una volta che un cambio di residenza o di variazione anagrafica sia comunicato allo sportello di front-office, tutti gli uffici competenti e interessati ne saranno informati in quanto collegati in Rete. In un arco di tempo di 10-12 mesi e senza varare nuove leggi le amministrazioni locali dovranno essere protagoniste di questo processo innovativo ponendosi, secondo il modello decentrato e federale dello Stato, come front-office dell'intero sistema a disposizione dei cittadini. Per assicurare un reale funzionamento integrato il piano d'azione prevede il coinvolgimento non solo di regioni, province e comuni, ma anche di scuole, ospedali, Asl, centri per l'impiego, Camere di commercio. Gli strumenti dell'e-government Per integrare tra loro le attività e le funzioni delle varie articolazioni dell'apparato pubblico centrale e locale saranno predisposti tre strumenti fondamentali: La Rete Extranet connetterà, utilizzando Internet, tutte le reti esistenti prevedendo anche l'inserimento dei piccoli comuni che ancora non sono collegati oltre alla connessione con le Aziende sanitarie, le Camere di commercio, le organizzazioni di categoria, l'Inps, il fisco. I vari soggetti interessati, a qualsiasi livello operino, agiranno in condizioni di parità nell'accesso ai dati che saranno disponibili, fatta eccezione per quelli protetti dalla legge sulla privacy, che potranno essere acquisibili solo se il cittadino ne autorizza la diffusione. "Per realizzare questa Rete nazionale", ha precisato Bassanini, "si predisporrà un protocollo d'intesa per cui ciascuno si impegna a concordare con il suo fornitore di servizi, chiunque esso sia (ci sarà, infatti, libertà di collegarsi a qualsiasi Rete), l'obbligo di interconnessione con tutti gli altri per lo scambio dei dati". Libro dei sogni, visto che anche recentemente l'Inps ha denunciato che da anni il fisco non fornisce i dati richiesti. Bassanini è certo che si tratta di una ipotesi realizzabile in tempi certi: "La Rete unica sarà completata entro due o al massimo tre anni visto che il governo ha puntato sul federalismo informatico: saranno cioè le amministrazioni periferiche a connettere le loro Reti, con un accordo fra i rispettivi service provider, nella grande Rete Extranet e questo permetterà ai cittadini di approcciare qualsiasi ufficio come se fosse il front-office di un'unica azienda". 2. La carta d'identità elettronica è uno strumento già da tempo approvato e in via di sperimentazione in questi mesi con la distribuzione di circa 100mila esemplari. In un arco di tempo di circa un anno si provvederà alla emissione di un milione di carte, 100 volte più sicure di quelle cartacee facilmente falsificabili, che saranno strumento di accesso a tutti i servizi pubblici online consentendo un'identificazione sicura di chi chiede il servizio. La carta potrà essere utilizzata anche per accedere a servizi privati come il bancomat. Le relative modalità operative, dopo la legge del 1998 e il regolamento varato lo scorso anno, sono state definite in un recente Decreto ministeriale che ha messo a punto le regole tecniche e di sicurezza. Tutti i comuni possono, quindi, fare richiesta per la sperimentazione della carta d'identità elettronica e possono emetterla con apparecchiature dedicate che servono a inizializzarla. 3. La firma digitale è ormai una realtà pienamente operativa visto che da mesi sono attive varie società che la certificano. Serve a dare validità giuridica attraverso strumenti informatici a tutti i rapporti tra Pubbliche amministrazioni e privati che la richiedono non solo per transazioni economiche, ma anche per altri atti di rilievo come, per esempio, le dichiarazioni delle imprese all'Inps. Il piano e-govemment prevede tempi e azioni di promozione della firma digitale tra i dipendenti pubblici che hanno titolo per convalidare atti, tra i cittadini e tra le imprese. Per lo svolgimento di queste azioni e la predisposizione di questi strumenti un ruolo essenziale sarà quello delle amministrazioni locali che dovranno procedere all'innovazione secondo autonome strategie attivando le Reti di interconessione. Pur nel rispetto di questa autonomia lo Stato dovrà garantire l'omogeneità dei servizi in tutto il territorio nazionale. Ma è sin d'ora facile prevedere che ci saranno diversi livelli di efficienza dal momento che spetterà soprattutto ai comuni il compito di realizzare gli sportelli del front-office. I cinque portali dell'amministrazione Il piano d'azione e-government riserva un ruolo altrettanto importante alle amministrazioni centrali che dovranno attivare nella Rete un sistema di portali per consentire il pieno accesso di tutti i cittadini alle informazioni e ai servizi. In particolare dovranno essere realizzati, o almeno avviati, nello stesso arco di tempo (10-12 mesi), tutti questi servizi, che saranno operativi dal 2002: 1. Il portale delle norme. Un motore di ricerca permetterà a tutti i cittadini di consultare leggi, norme e decreti unificando l'accesso ai numerosi siti istituzionali già disponibili. Si realizzerà una standardizzazione dei documenti che permetterà di navigare percorrendo i richiami esistenti tra i documenti e riducendo al minimo l'intervento manuale in fase di redazione dei testi da pubblicare. Sarà costituita una banca dati contenente la normativa primaria e secondaria che possa consentire un veloce reperimento dei documenti potenziando l'uso delle parole chiave e di alcuni marcatori che permettano ricerche mirate per materia. Si prevede anche la predisposizione di uno strumento che faciliti la redazione di testi unici superando progressivamente l'attuale puzzle normativo. La base potrà essere costituita dalla banca dati della Corte di Cassazione e progressivamente sarà reso possibile l'accesso alla Gazzetta Ufficiale. 2. Il portale dei servizi ai cittadini. Il piano presentato da Bassanini riconosce che questo è l'obiettivo finale,che comporta un progetto di grande complessità organizzativa e il superamento di molti vincoli normativi. Questo portale dovrà concretizzare la proposta di servizi integrati al cittadino. A breve scadenza saranno attivati solo lo studio di fattibilità e le procedure di gara necessarie nonchè il coordinamento dei progetti che le principali amministrazioni centrali stanno realizzando separatamente. Si propone, quindi, di interporre tra il cittadino e gli attuali siti verticali di Finanze, Inps, Inail, un portale che ne renda omogenee le modalità d'uso e realizzi la unificazione delle funzioni di identificazione del richiedente e di autorizzazione all'accesso dei servizi. Questo portale potrà essere utilizzato anche per trovare la modulistica presentata in modo omogeneo dalle amministrazioni e per trasmettere le richieste di servizio. Una volta ultimata la fase realizzativa questo portale fornirà un sistema di autenticazione e autorizzazione unico per tutte le amministrazioni, utilizzerà la carta d'identità elettronica come unico mezzo di riconoscimento e la firma digitale per dare validità legale alle dichiarazioni che lo richiedono. Finalmente potranno non esserci più le file per dare la caccia al modulo, quelle per ottenere informazioni, quelle per depositare la richiesta all'ufficio competente e ottenere la ricevuta. 3. Il portale dei servizi di certificazione. Consentirà ai funzionari dell'amministrazione di verificare la veridicità delle autocertificazioni. In una prima fase verrà realizzato un portale unico di Finanze, Giustizia, UnionCamere, Inps e anagrafi che hanno già raggiunto un elevato livello di informatizzazione. I dati saranno accessibili solo ai funzionari abilitati dalle rispettive amministrazioni e agli enti partecipanti. Si procederà sia a una verifica immediata delle informazioni di carattere anagrafico o certificatorio necessarie alla erogazione del servizio, sia a controlli successivi anche a campione sulle dichiarazioni di autocertificazione. Quando in una seconda fase il sistema andrà a regime le autocertificazioni verranno progressivamente sostituite dall'acquisizione online dei dati da parte di ogni amministrazione. Tranne la dichiarazione iniziale e le comunicazioni dei cambiamenti (dalla nascita di un figlio al cambio di residenza) non spetterà più al cittadino dover attestare il proprio status nero su bianco, in quanto saranno i vari gestori della cosa pubblica a verificarlo, consultando i loro archivi telematici. 4. Il portale dei servizi all'impiego. Quando sarà a regime, questo portale consentirà di realizzare realmente l'incontro tra domanda e offerta di lavoro per via telematica. Chi è alla ricerca di un'occupazione non dovrà più passare giornate estenuanti in interminabili attese all'ufficio di collocamento ma potrà trovare in Rete le opportunità più vicine territorialmente o più adatte alle sue aspettative e al suo livello di formazione. Questo servizio, previsto dal Sistema informativo lavoro, potrà essere progressivamente attivato con la gestione di portali territoriali da parte di regioni e province, poi tra regioni adiacenti e infine, entro due anni, grazie alla collaborazione con il ministero del Lavoro,dovrà essere in grado di coprire tutto il territorio nazionale. 5. Il portale dei servizi alle imprese. Le aziende potranno trasmettere ai vari enti amministrativi tutti i documenti e le comunicazioni previsti per legge tramite una modulistica unificata. Il progetto prevede innanzitutto la connessione dei sistemi informatici dell'Inps e dell'Inail con il Registro delle imprese. Il portale verificherà la coerenza delle informazioni, inviate dall'imprenditore tramite modulo unificato, con i dati contenuti nel Registro delle imprese e offrirà servizi necessari alla identificazione e alla convalida delle comunicazioni mediante l'uso della firma digitale consentendo di trasmettere dichiarazioni valide ai fini di legge. L'indice delle anagrafi La progressiva interconnessione tra tutte le Reti pubbliche permetterà di realizzare un indice delle anagrafi e cioè una totale "mappatura" dei cittadini che sarà gestita dal Ministero dell'Interno e alla quale tutti i Comuni dovranno essere collegati sia per l'iniziale inserimento dei dati sia per i costanti aggiornamenti delle variazioni. Queste ultime saranno trasmesse dai Comuni al responsabile dell'Indice o direttamente o con un Servizio di notifica eventi guidato dai centri di gestione di ciascuna delle Reti federate. La Rete nazionale Extranet conterrà anche le informazioni relative ai dati catastali che saranno rese disponibili ai Comuni, ai cittadini, ai professionisti a cominciare dai notai per tutti gli atti di compravendita degli immobili che potranno essere effettuati in tempi rapidissimi. Costi e formazione Poco meno della metà dei 1.335 miliardi stanziati saranno dedicati alla formazione dei pubblici dipendenti come utilizzatori di tecnologie informatiche. E' già stata programmata una formazione di base che interesserà circa 400mila dipendenti, che riceveranno una alfabetizzazione con percorsi formativi della European Computer Driving Licenze (Ecd1), assunta come standard dalle Pubbliche amministrazioni di vari Paesi europei. Bassanini: "La mia rivoluzione" Gli Sportelli unici apriranno per il 90% della popolazione entro luglio E sono in arrivo penalizzazioni per i comuni che non ce la faranno Il prezzo delle licenze Umts lo decidono il mercato e la competizione. Il futuro delle reti pubbliche è quello dell'Extranet e di un sistema federale in cui ciascuno potrà scegliersi il provider garantendo interconnessione reciproca. Quanto a Internet, la velocità dei collegamenti non è ancora accettabile e nell'immediato sarà necessario puntare su condizioni adeguate per una maggiore redditività degli investimenti nelle reti fisse, sulla rapidità dei collegamenti e sulle fibre ottiche. Il Ministro della Funzione pubblica,Franco Bassanini, traccia a grandi linee lo scenario delle comunicazioni legato al futuro della Pubblica amministrazione: dalle sue parole emerge un quadro in cui lo sviluppo via Internet della rapidità dello scambio di informazioni camminerà di pari passo con l'efficienza del rapporto tra pubblico e cittadini. Dalla terza generazione di telefonini alla corta di identità elettronica, dalla firma digitale alla rete di scambi tra unità della Pubblica amministrazione: all'orizzonte si profila una società più efficiente, rapida e concreta, che porterà all'abbattimento pressoché totale della burocratizzazione dei quotidiano. Quando si parla di modernizzazione della Pubblica amministrazione si pensa immediatamente al grande progetto della Rupa, la Rete unitaria. A che livello è la sua operatività? Per la verità la Rupa, non è una novità del piano per l'e-government. E' un progetto avviato da tempo sotto la regia dell'Aipa, l'autorità per l'informatica. E' in esercizio da alcuni mesi e collega ormai la maggioranza delle amministrazioni centrali e altri 5mila uffici periferici dello Stato. Il piano d'azione per l'e-government non condiziona tuttavia al completamento della Rupa (la messa in rete delle amministrazioni pubbliche che avverrà attraverso la realizzazione, entro l'anno, di una sorta di Extranet di tutte le Reti pubbliche). Come avverrà la scelta del provider? Ciascuna amministrazione continuerà a essere libera di scegliersi il proprio provider. Per la Rupa è stato scelto tramite una gara nazionale. Stato, regioni ed enti locali con un protocollo d'intesa si impegnano a inserire nelle clausole contrattuali che regolano i rapporti con i rispettivi provider l'obbligo della interconnesione fra tutte le Reti. L'impegno è già stato sostanzialmente assunto da tutti al momento dell'appovazione unanime del piano d'azione per l'e-government, in sede di conferenza unificata Stato-regioni-enti locali. Ed è già iniziato il lavoro dei gruppo tecnico misto Governo-regioni-enti locali per la definizione del testo. Il collegamento con la Rupa comprende anche Regioni, province e comuni? Anche Regioni e comuni possono collegarsi alla Rupa, ma la scelta è stata di un sistema di tipo federale. Le Reti delle amministrazioni hanno tutte pari dignità. Tutte si collegano con tutte ed è questo anche il modo più rapido per interconnettere amministrazioni che in passato hanno compiuto scelte diverse e che oggi Internet consente di integrare senza riconoscere la priorità o l'egemonia di nessuno. Anche per questo il piano d'azione è stato accolto positivamente dai presidenti delle regioni, compreso quelli, come Formigoni, che non hanno simpatia per il Governo. A che punto è l'operatività di alcuni progetti come il mandato informativo di pagamento, lo scambio di documenti in Rete e la firma digitale? Il mandato informativo è già in funzione, così come anche la firma digitale, naturalmente fra chi ne è già in possesso. Sono quasi un milione i cittadini italiani con una firma digitale certificata. Lei si è spesso lamentato delle comunicazioni Internet nel nostro Paese... Penso che in Italia ci sia ancora oggi un problema di adeguamento delle nostre reti. Abbiamo ancora una insufficiente diffusione delle reti in fibra ottica, mentre per le reti in rame la diffusione dell'Adsl è ancora limitata, e quindi il collegamento veloce a Internet resta poco diffuso. Anche nelle Pubbliche amministrazioni si attende troppo tempo per connettersi e scaricare testi e documenti. Che cosa possono fare il Governo e l'Autorità per le comunicazioni per migliorare la situazione? La scelta che l'Autorità ha già fatto sugli operatori virtuali dell'Umts dimostra la consapevolezza dell'esigenza di creare condizioni di sufficiente redditività per gli investimenti sulle Reti. Immagino che lo stesso farà per scelte che gli competono per le Reti fisse e la telefonia fissa. Peraltro è evidente che il problema è avvertito anche dagli operatori, alcuni dei quali hanno in programma importanti iniziative di realizzazione e di sviluppo di Reti in fibra ottica. Che cosa ha intenzione di fare il Governo per diminuire la perequazione fra chi può contare su aree con gli Sportelli unici e chi è ancora sottoposto a lungaggini burocratiche? Dal primo luglio del 2001 è prevista una sia pur modesta penalizzazione nei trasferimenti erariali a quei comuni che non avranno ancora attivato gli Sportelli unici. L'obiettivo del Governo è di coprire almeno il 90% della popolazione residente, mentre ora siamo al 67%. Per accelerare la copertura è stata prevista la fornitura di sportelli chiavi in mano attraverso una joint-venture fra il Governo, le associazioni dei commercianti, Sviluppo Italia e il Formez. Si investiranno 100 miliardi e il Governo ha già fissato il primo bando di gara per la fornitura di un primo gruppo di 100 sportelli destinati a gruppi di Comuni in territori contigui. (Ndr: ripreso dalla rivista mensile Business 2.0 di novembre 2000) |