Hello Barbie invia, tramite Wi-Fi, le registrazioni delle conversazioni con i loro piccoli amici ad un Cloud server di una società terza specializzata in tecnologie di riconoscimento vocale.
L’associazione americana Campaign for a Commercial-Free Childhood lancia una crociata contro la bambola interattiva.
Mattel risponde che la feature era la più richiesta dalle bimbe e che le proprie policy sono chiare: nessun trattamento per fini promozionali viene effettuato, la finalità è quella di personalizzare la capacità di interazione della bambola con l’infante e di sviluppare l’intelligenza artificiale del prodotto. I genitori devono rilasciare un consenso informato e le conversazioni sono criptate prima di essere inviate sulla nuvola. Ai genitori è inviata email settimanale con link per riascoltare o cancellare le conversazioni sul server. Ma rimangono preoccupazioni sulla sicurezza della soluzione Cloud e perplessità sull’opportunità di coinvolgere dei piccoli inconsapevoli in un gioco più grande di loro.
Per saperne di più leggi qui su Fastcompany e qui su The Guardian