Presentati all’Università La Sapienza i risultati di un studio patrocinato da IBSA Foundation.

Prima di consultare il proprio medico, un italiano su due cerca sul web informazioni per risolvere problemi di salute. Soppiantati i consigli del farmacista e di parenti o amici. Alla consultazione del web segue il consulto del medico. Ed in questi caso, lo sappiamo perché un po’ tutti abbiamo questa tendenza, spesso il nostro dottore si trova davanti un paziente 2.0 che snocciola dati su questioni di cui non sapeva nulla fino al giorno prima e che è addirittura armato di teorie proprie su diagnosi e cura. Quasi il professionista avesse bisogno di essere imboccato.

Solo il 10% dei medici di medicina generale e il 17% degli specialisti ritiene utile che il paziente cerchi informazioni sul web: affidabilità delle fonti Internet e capacità di traslazione dei sintomi nella query del paziente sono variabili incontrollabili che non generano nulla di buono.

La ricerca, mirata giustamente ad altro, non evidenzia un corollario: se sono 24 milioni gli italiani che cercano sul web una soluzione ai propri malanni, quanti sono i dati idonei rivelare lo stato di salute (presumibilmente riferiti a chi digita) in mano ai motori di ricerca?

Qui un’interessante videografica di IBSA con tutti i dati della ricerca