In poche settimane Facebook ha ottenuto la licenza di battere moneta elettronica prima in Irlanda e poi in Spagna con relativa possibilità di divenire provider di servizi di pagamento. Il primo impiego sarà su Messenger dove sarà possibile trasferire ad amici danaro tramite apposita funzionalità integrata: utile per versare quote regalo, fare collette o partecipare a crowdfounding, restituire piccoli debiti ad amici e, perché no, pagare una piccola fornitura.

Per noi ignari rimangono ancora da chiarire almeno due punti un po’ oscuri legati al fatto che a un simile provider dovranno applicarsi regole di sicurezza e tracciamento dei movimenti bancari. E non sono domande da poco, considerando che solo in Italia la piattaforma social ha 28 milioni di utenti unici al mese, numeri che le banche nemmeno si sognano. Come se ne contrasterebbe un utilizzo per pagamenti in nero? E come evitare che un bimbo che gioca col telefono del genitore faccia 300 ordini di money tranfer in un minuto? Aspetti che saranno sicuramente chiariti non appena la funzione entrerà davvero in gioco.

Nel frattempo, al di là dell’impiego in ambito chat, saranno molto più ampie le applicazioni di queste licenze sull’intera piattaforma, a partire dalla possibilità per gli utenti di avere un e-wallet con crediti da spendere sul marketplace proprietario di FB. Negli Usa il sistema è già attivo dal 2015 e si appoggia su carte di debito.

Qui sulla webzine TechCrunch un approfondimento sui cosa le banche devono temere dall’implementazione di questa nuova funzionalità