In un’intervista a Quartz il fondatore di Microsoft esprime la sua opinione su un argomento che sta prendendo il proscenio dell’attenzione dei quella politica che prova a guardare oltre il proprio naso.
E’ di soli pochi giorni fa la proposta avanzata presso il parlamento UE, bocciata dalla destra europea, di compensazione economica per ogni posto di lavoro in cui un robot rimpiazza un uomo.
Pur essendo un noto ottimista sulla futura convivenza tra uomo e macchina, il magnate americano condivide le preoccupazioni circa lo shock socio-economico che è destinato a prodursi con l’invasione dei robot nella vita lavorativa. Ed, a suo avviso, le aziende che li impiegheranno potranno tranquillamente permettersi di versare alcuni contributi di sussistenza a fronte di ingenti risparmi assistenziali e previdenziali solitamente riconnessi alla gestione delle risorse umane. D’altronde, se la nostra società si fonda anche sull’assunto che il lavoratore in carne ed ossa paga le tasse sullo stipendio percepito, per non fare saltare il sistema sarà necessario che anche il robot (la casa produttrice?) versi qualcosa alle casse dello Stato.
In altre parole, Gates sembra individuare nella tassazione robotica un ammortizzatore fondamentale per evitare che, almeno per i primi tempo, l’innovazione che viaggia a velocità incontrollabile produca repentini scompensi. Nel frattempo occorrerà studiare modelli alternativi di progettazione sociale.
Qui sul sito di Quartz puoi vedere la video intervista a Gates