Epicenter è una azienda con base a Stoccolma che ospita start-up tecnologiche che hanno bisogno di uno spazio e servizi condivisi per sviluppare i loro progetti.
L’azienda ha proposto suoi dipendenti, nonché ai membri delle start-up ospitate, l’impianto sottocutaneo, indolore e su base volontaria, di un chip grande come un chicco di riso.
Quali sono i vantaggi? Il chip è dotato di tecnologia NFC (Near Field Communication) e quando lo si avvicina le porte elettroniche si aprono automaticamente, computer e stampanti si attivano, ordinare un genere di conforto. E, supponiamo noi, che funzioni anche come badge per la rilevazione delle presenze. Il chip impiantato è passivo, il che significa che le informazioni in esso contenute possono essere lette, ma lui non è in grado di leggerne.
Già 150 lavoratori su 2000 hanno entusiasticamente aderito alla proposta tanto da organizzare mensilmente serate per festeggiare il loro essere protagonisti del futuro.
In teoria, le informazioni trasmesse nell’interazione con il chip sono hackerabili e non mancano all’esterno preoccupazioni per l’uso disinvolto e la possibile proliferazione di tecnologie che possono mettere a serio rischio la sicurezza di dati relativi alla posizione geografica, alla salute e alle finanze personali del cyborg-lavoratore. E, comunque sia, non sfugge che il datore di lavoro accumulerà una serie esorbitanti di informazioni sul lavoratore non tutte strettamente necessarie alla stretta gestione del rapporto.