Non saprà camminare e non sarà nemmeno mai una colf perfetta come l’apparentemente algido e rigido robot di cui Alberto Sordi di innamorava quasi 40 anni orsono in “Io e Caterina”, ma farà sesso come nessuna bambola prodotta finora e potrà diventare una compagna di vita.

Si chiama Harmony, e per ora è solo il prototipo di una bambola interattiva in silicone e chip che entro fine anno sarà immessa sul mercato al prezzo di 15.000 dollari. Degna erede delle Realdoll create dalla californiana Abyss Creations che tanto successo hanno riscosso in questi ultimi anni (bambole a dimensione naturale, fisicamente customizzabili, inanimate ma molto realistiche), Harmony ne rappresenta la naturale evoluzione. Cosa mancava? L’interazione e, quindi, un maggiore coinvolgimento emotivo.

Dentro un teschio in PVC ora si nascondono tecnologie in grado di animare l’intelligenza artificiale del robot che a sua volta produrrà risposte fisiche del tutto credibili: mimica facciale e capacità di dialogo in primis. Harmony, sebbene suoni strano dirlo, è vergine. Quantomeno a livello intellettivo: con un app, il cliente potrà impostare svariate componenti emozionali per adattarne a proprio piacimento la personalità, e il personaggio animatronico imparerà col tempo a far propri i desideri e i gusti del “padrone” interagendo sia a livello dialettico che fisico in modo sempre più adattivo. Ed imparerà anche a conoscere il mondo che le sta attorno. Sistemi di riconoscimento facciale (attraverso le microcamere oculari) e vocale nonché sensori di movimento sono le feature che permetteranno ad Harmony un’interazione realistica. I produttori prevedono per il futuro prossimo l’introduzione di accelerometri, sensori e irradiatori di calore, sistemi di lubrificazione e simulatori di orgasmo per incrementarne le performance sessuali e relazionali.

Sono molte le questioni etiche o sociologiche che vengono poste da un’innovazione di questo tipo. C’è il pericolo che un giorno questa intelligenza artificiale si sviluppi al punto da prendere il controllo di se stessa o che dia vita a comportamenti imprevisti (come la Caterina di Sordi?). E’ una offesa all’immagine della donna? O, per i soggetti più pericolosi, può essere un modo per tenere a bada pulsioni che possono degenerare in atti di violenza verso le donne reali? E’ una soluzione ai problemi di solitudine relazionale o è il colpo di grazia che porterà soggetti più timidi a chiudersi in casa con il proprio automa? Il produttore sostiene che l’unico scopo è render le persone felici dando loro ciò che vogliono.

Dalla nostra più stretta prospettiva, qualche domandina sorge spontanea anche in considerazione di alcuni casi in qui i sex toys intelligenti si sono rivelati dei colabrodo di informazioni super private: quante e quali informazioni circa i gusti e le attività del proprio “padrone” sono veicolate alla “casa madre”? E quali misure di sicurezza proteggono da indebite intrusioni le memorie fisiche e virtuali nonché i sistemi di comunicazione nella filiera cliente-bambola-produttore?

Per maggiori informazioni leggi questo articolo su The Guardian

Per capire di più sul funzionamento di Harmony puoi vedere qui il sito del produttore (solo per adulti)