Tale intento emergerebbe da un documento interno e riservato della divisione australiana di Facebook di cui la testata The Australian sarebbe entrata in possesso.

Lo studio fornirebbe indicazioni su come – attraverso il monitoraggio delle attività social di 14enni australiani o neozelandesi – individuare ed anche prevedere i momenti di vulnerabilità dei più giovani al fine di restituire loro fiducia con messaggi pubblicitari mirati. Le risultanze dell’introspezione algoritmica nella psicologia di 6,4 milioni di utenti dell’area del Pacifico sarebbe rivendibile dietro non discolsure agreement sulla provenienza dei dati. Una pratica che, se vera e se messa in pratica, sarebbe contraria allo Australian Code for Advertising & Marketing Communications to Children che prevede il consenso dei genitori per condividere con terze parti i dati di un quattordicenne.

Facebook, nello smentire prontamente la volontà di implementare simili strategie di marketing, ha dichiarato che approfondirà il caso tramite indagine interna.

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