Luglio, tempo di vacanze per studenti e insegnanti. Si tira il fiato dopo un lungo anno scolastico, le scuole già guardano a settembre, alle nuove iscrizioni, alle nuove proposte per l’attività didattica. La pausa estiva è un buon momento di “riflessione”, in cui, rallentato il ritmo dopo la conclusione delle normali attività didattiche, si fa il punto della situazione su ciò che è stato fatto, anche a livello di adeguamento alle normative di settore.

La tutela dei dati personali, si sa, è un argomento “caldo” e molto impattante sul sistema scolastico: i dati trattati sono moltissimi, particolarmente sensibili, e per di più riferiti, in massima parte, a minori. Molti operatori del settore, tuttavia, non sembrano particolarmente consapevoli della delicatezza dei dati trattati e dell’importanza di un’attenzione specifica rivolta a tale aspetto.

Troppo spesso si vedono, sui social network più diffusi ed anche su Youtube, video di bambini che svolgono seminari, recite scolastiche, gite, addirittura attività didattiche o prove d’esame. Troppo spesso fotografie con minori in ambiente scolastico vengono, con estrema disinvoltura, postate su canali web cui ha accesso un’utenza potenzialmente illimitata, senza nessuna forma di protezione e/o anonimizzazione. Ma quella dei social network è solo la punta dell’iceberg: certo, forse la più evidente e potenzialmente pericolosa.

La scuola, dall’asilo alla maturità, è il luogo dove i nostri figli trascorrono la gran parte del loro tempo. La scuola raccoglie soprattutto informazioni che riguardano i più piccoli, oltre che i genitori ed i dipendenti.

Alle scuole vengono comunicati i dati di bambini e ragazzi relativi alle assenze per malattia, i dati di particolari intolleranze/allergie per il servizio mensa, i dati delle disabilità per i necessari corsi di sostegno, i dati delle scelte religiose. Le scuole hanno dati sull’origine razziale ed etnica. Foto, immagini, video, contengono anch’essi, di per sé, dati personali.

E allora, numerosissime sono le domande da porsi: si possono pubblicare sui social le fotografie delle recite e delle gite scolastiche? Le lezioni possono essere registrate, anche a fini didattici? I filmati possono essere mostrati ai genitori, anche solo a quelli di un’unica classe, in ipotesi, con la conseguenza che i genitori degli altri alunni vedano, per esempio, la prova sostenuta da un bambino con particolari problematiche o difficoltà? E’ lecito leggere ad un pubblico più o meno ampio un tema che riguardi la sfera personale del minore? Ci sono cautele specifiche da adottare per il servizio mensa? I dati, per esempio quelli delle allergie alimentari, possono essere comunicati alle ditte appaltatrici? Quali misure di sicurezza sono necessarie? E’ possibile – ed in quali casi è sufficiente – raccogliere il consenso dei genitori per tali trattamenti? Come comportarsi nel caso di genitori separati? E’ possibile installare telecamere all’interno degli istituti scolastici, e con che limiti? Cosa fare riguardo la pubblicazione dei risultati di fine anno? E le scuole che, per loro stessa natura, hanno una particolare connotazione religiosa, devono adottare accorgimenti ancora più stringenti?

Luglio, tempo di riflessioni. Il Garante è sempre particolarmente attento all’argomento ed auspica l’adozione di adeguate misure di sicurezza a protezione dei dati, tanto che già da tempo ha richiamato l’attenzione degli operatori del settore anche con l’adozione di uno specifico vademecum.

Il consiglio è sempre quello di fare il punto della situazione, individuare i trattamenti effettuati, esaminare l’elenco dei trattamenti ed il flusso dei dati, applicare le più adeguate misure di sicurezza, verificare ciò che si è fatto e quello che resta da fare, per non trovarsi impreparati a settembre. Molti sono i casi di sanzioni applicate nel panorama scolastico, proprio per la particolare delicatezza del settore di operatività. Ma spesso ci si dimentica di osservare regole basiche di privacy quali, ad esempio, la corretta tenuta del sito web dell’istituto: qui e qui, a titolo meramente indicativo, due casi sanzionati.

Il Codice impone adempimenti stringenti. Ma è anche tempo di iniziare ad affrontare il tema anche alla luce dei nuovi principi dettati dal Regolamento UE 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, la cui piena e non più rinviabile efficacia è fissata per il prossimo 25 maggio 2018, in pieno anno scolastico.