Il rapporto tra privacy e telemarketing è di quelli conflittuali e di lunga data. In Italia, la difficile opera di bilanciamento tra il diritto a non essere disturbati nella propria sfera privata (e quind’anche dal non essere assillati da promozioni telefoniche indesiderate) e il diritto di promuovere liberamente servizi e prodotti, è da almeno 20 anni oggetto di interventi ondivaghi: discussioni infinite e provvedimenti talvolta tesi a rafforzare la privacy dei cittadini, tal’altre intese a sacrificare quest’ultima in nome del rilancio dell’iniziativa economica.

Ora è il turno del Ddl Concorrenza 2017 che, dopo oltre due anni di difficilissima gestazione, da ieri è legge (approvato dal Senato con 143 favorevoli e 113 contrari). Tra le numerose disposizioni finali intese a migliorare la competizione sul mercato e, quindi, la competitività del Paese, ve ne sono un paio che impattano direttamente sulla disciplina in tema di tutela dei dati personali.

Una, a dir la verità, incide perché assente. E’ stato abrogato infatti l’originario comma 44 dell’art. 1 che intendeva aggiungere un comma all’art. 130 (Comunicazioni Indesiderate) del Codice Privacy: rispetto alla proposta iniziale, i call center non saranno più obbligati a dichiarare l’identità del committente per conto di cui chiamano, a specificare la natura commerciale e a proseguire la chiamata solo in presenza di assenso del destinatario. Una disposizione che – per quanto pensata quale forma di maggior tutela degli interessati – grandi preoccupazioni aveva suscitato nel Garante Privacy perché avrebbe paradossalmente liberalizzato le chiamate indesiderate (in modo del tutto incoerente con i correnti propositi di rafforzamento ed estensione del diritto di negare anticipatamente la propria disponibilità ad essere disturbati).

E’, invece, confermata la validità del comma 55 dell’art. 1 che stabilisce che entro 3 mesi siano introdotte norme che consentano al Registro Pubblico delle Opposizioni di coprire non solo l’ambito telefonico ma anche quello delle promozioni via posta cartacea. Una disposizione che andrà coordinata con un altro Disegno di Legge in materia di telemarketing – più specificamente mirato alla riforma del Registro ed in attesa di approvazione definitiva della Camera – che dovrebbe ampliare alle utenze mobili e a quelle fisse non comprese in elenchi telefonici la possibilità di iscriversi al Registro.