La sentenza C-207/16 emessa il 2 ottobre 2018 dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CEGU) ha stabilito che i reati che non sono particolarmente gravi possono giustificare un accesso ai dati personali conservati dai fornitori di servizi di comunicazione elettronica quando tale accesso non comporta una limitazione grave della vita privata.
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