Il 22 dicembre 2017 è stata approvata definitivamente dal Senato, in Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni in sede deliberante, la proposta di legge (non ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale) sulla riforma della disciplina delle chiamate di telemarketing.
Astenendoci ora da commenti a caldo, possiamo dire che la stesura finale del testo di legge – oggetto di pressioni sia da parte della cd. “lobby dei call center” sia da parte delle associazioni dei consumatori – soddisfa maggiormente gli interessi promossi da queste ultime, imponendo una sostanziosa stretta alle attività di telemarketing da molti “selvaggio”.
La nuova disciplina dovrebbe essere definitivamente ed interamente operativa nel secondo semestre del 2018 (una volta che sarà emanato il regolamento attuativo che dovrà dare esecuzione pratica ad una serie di aspetti operativi) e sempre che non sorgano incompatibilità con la normativa europea di settore e con il GDPR che innoverà la disciplina di data protection a partire dal 25 maggio prossimo.
In estrema sintesi, il disegno di legge ieri approvato prevede che:
- si possano iscrivere al Registro Pubblico delle Opposizioni anche i numeri di telefonia mobile;
- al medesimo Registro siano ammessi (in pratica, d’ufficio) tutti i numeri di telefonia fissa, anche quelli assenti dagli elenchi pubblici;
- una vota iscritti al Registro sia possibile, nel tempo, revocare l’iscrizione oppure limitarla: ad esempio, si potrà ritirare l’opposizione solo in relazione ad alcuni specifici soggetti consentendo loro il contatto di direct marketing;
- una volta iscritti al Registro, tutti i consensi resi in passato (sia online che offline) siano cancellati, fatta eccezione per quelli precedentemente rilasciati nell’ambito di “nell’ambito di specifici rapporti contrattuali in essere, ovvero cessati da non più di trenta giorni, aventi ad oggetto la fornitura di beni o servizi”;
- gli operatori dei call center indichino all’utente come hanno ottenuto i suoi dati personali (da elenchi pubblici o dall’acquisto di banche dati);
- la linea chiamante sia identificata con prefisso unico per le telefonate di direct marketing e con un altro prefisso unico per le ricerche di mercato;
- obbligo per i call center di verificare presso il Registro Pubblico delle Opposizioni, almeno una volta al mese, che i numeri che intendono chiamare per fini pubblicitari non siano iscritti nel Registro;
- sia vietato l’utilizzo dei compositori automatici per la ricerca dei numeri telefonici;
- sia vietata la cessione a terzi di liste di iscritti al Registro per finalità di direct marketing;
- siano potenziate le sanzioni, che arriveranno fino alla sospensione dell’attività e alla revoca della licenza in caso di mancato rispetto delle legge da parte di singoli call center;
- il titolare risponda in solido delle violazioni commesse da call center cui ha affidato il servizio.